Il paraschiena per la moto

Il paraschiena per moto, assieme al casco, è sicuramente la protezione in assoluto più necessaria per chi va in moto.

Complice una situazione stradale non ottimale e la tendenza ad “abbassare le difese” quando si è sulle due ruote, avere un sistema per proteggere la spina dorsale da eventuali cadute e impatti è qualcosa di assolutamente necessario.
Nonostante non sia obbligatorio a norma di legge, è necessario essere provvisti di un paraschiena di buona qualità per permettersi di essere più sicuri quando si vuole girare un po’ di più la manopola dell’acceleratore.

Come funziona il paraschiena per moto

Il funzionamento di questa protezione è allo stesso tempo molto semplice e molto complesso: l’area protetta è diversa a seconda del modello, il quale può essere Lower Back, per la fascia lombare, Central Back, per proteggere la fascia lombare e la parte centrale e Full Back, modello che protegge anche le scapole.
Lo scopo di un paraschiena è quello di assorbire la forza d’urto al momento della caduta e non far impattare direttamente le zone coinvolte con l’asfalto o altre superfici dure.

Questo viene fatto in diverse maniere, a seconda del livello di protezione, il quale può essere primo livello, secondo o terzo.

La regola generale, tuttavia, è quella che un paraschiena ottimale sia di materiali in grado di assorbire la forza d’urto senza trasmetterla alla schiena, dovendo quindi necessariamente essere elastici.

La fascia lombare aiuta a mantenere il dispositivo di sicurezza ben fermo sulla schiena, mentre le protezioni per le scapole sono specialmente utili anche in caso di cadute laterali.

I materiali del paraschiena

Ciò che viene maggiormente usato per avere dei paraschiena efficaci e in grado di resistere agli urti, anche più di una volta, sono molti e le aziende, non dovendo rispettare specifiche troppo strette, ma solo conformarsi a normative molto generiche, sviluppano forme proprie e giocano molto con il materiale interno ed esterno dei propri modelli.
Esistono davvero molte tipologie di paraschiena, con tecnologie specifiche e volendo fare una lista non troppo settorializzata, si possono così elencare:

Esatech System: tramite una struttura esagonale con materiali a base nitritica, la resistenza a qualsiasi tipo di urto è garantita sia dalla consistenza elastica della composizione interna del paraschiena, sia dal modo in cui è fatta la superficie.

Lega nitrilica: come già detto, è un materiale usato in molte tecnologie, in grado di assorbire i colpi e tornare alla forma originale.

Struttura esagonale: anche questo sistema già menzionato, la forma esagonale distribuisce l’impatto in maniera uniforme e non in un punto specifico, così da dividere la forza cinetica dell’urto.

Tessuti traspiranti: necessari per garantire un minimo di comfort, la maggior parte dei paraschiena, così come le tute per moto, sono realizzati in materiali antiallergici e traspiranti, nel caso di contatto con la pelle.

 Fasce di velcro: servono per regolare il paraschiena sul corpo e fermarlo saldamente.

 Spessore ridotto: per normativa i paraschiena non devono superare i 3 cm, in quanto la sicurezza dev’essere data dal tipo di materiale usato e dalla struttura e non risultare troppo ingombrante.

 Protezione lombare: questa fascia funziona sia come “cinta” per il paraschiena, che per proteggere la zona della schiena, quindi dev’essere di un materiale elastico, ma allo stesso tempo riuscire a chiudere saldamente il tutto.

Piegatura laterale: serve non solo per proteggere le costole, ma anche per permettere libertà di movimento nei modelli Full Back. Stesse specifiche della protezione lombare.

“Celle viscoelastiche evolute”: sono delle celle di gomma con una struttura particolare, studiata per assorbire gli urti e fatta appunto in materiale detto “viscoelastico”.

Sistemi e materiali atti a limitare la torsione da proni, così da impedire movimenti innaturali del corpo alla caduta.

Classificazione dei paraschiena (Livello 1 – 2 – 3)

Per norma di legge, esistono tre diversi livelli di paraschiena: quelli di livello 1 sono costituiti di materiali più rigidi e, anche se a prima vista potrebbero sembrare più resistenti, in realtà trasmettono più forza d’urto alla colonna vertebrale, le loro specifiche sono di 18kN minimi di forza d’urto trasmissibile e 24kN massimi. I kN sono l’unità di misura del Newton e stabiliscono la quantità di forza trasmessa.
Il livello 2 è quello più sicuro, almeno per normativa di legge vigente: si costituiscono di materiali più elastici e in grado di trasmettere molta meno forza cinetica d’impatto alle zone colpite.

Le normative stabiliscono un minimo di 9kN e un massimo di 12kN. Alcuni modelli, tuttavia, riescono ad arrivare a trasmettere anche soltanto meno di 4kN.
Il livello 3, non ufficialmente riconosciuto dagli standard europei, è migliore del livello 2, ma la sua struttura è specifica per ogni modello ed è necessario non confondere il livello 3 delle protezioni per l’attività equestre, con quelli per moto, studiati in maniere completamente diverse.
Generalmente, rimane sempre la regola di trovare comunque la taglia giusta e regolare attentamente il paraschiena, in quanto anche il modello migliore, se non corrisponde alla zona da proteggere e non viene fissato saldamente, risulta inutile al momento dell’impatto.

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